Anche se bolognese di nascita Mario Marabini (1923-1962) visse la sua breve vita a Venezia dove si formò artisticamente seguendo un percorso di studi accidentato a causa delle vicende belliche che lo videro coinvolto, con grande coraggio, come paracadutista e partigiano combattente durante il secondo conflitto mondiale (1943-1945). Dopo il congedo riprende la formazione artistica, iniziata nell’ambito della pratica del mosaico, iscrivendosi all’età di 25 anni all’Istituto Statale d’Arte, dove consegue il diploma di Maestro d’Arte nel 1951. Parallelamente all’insegnamento si iscrive alla Accademia di Belle Arti di Venezia (1955-1959) per frequentare il Corso di Scultura tenuto da Alberto Viani dal quale si discosta per seguire un linguaggio di ascendenza martiniana.
Abile e raffinato nel disegno, nel primo periodo della sua produzione artistica si esprime alternando pittura, mosaico e scultura. Verso la fine degli anni Cinquanta e, ancor più, nel il primo biennio successivo, la ricerca artistica di Marabini è focalizzata prevalentemente sullo studio della figura umana, esprimendosi attraverso piccole e raffinate figure in gesso, cera e bronzo, dall’insistita ricerca di una semplificazione formale, dal sereno e armonioso naturalismo. Si spegne prematuramente all’età di soli 39 anni nel pieno della sua ricerca artistica.
È presente in numerose mostre collettive soprattutto a Venezia e alcune personali lo fanno conoscere anche sul territorio nazionale. Negli anni sessanta alcune retrospettive, volute e organizzate dalla moglie pittrice Luigina De Grandis (1923-2003), danno inizio ad una rivalutazione critica della sua produzione artistica. La gran parte delle opere di Marabini è conservata nella collezione della figlia Chiara a Venezia.
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